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La mostra "Monumenti croati sulla Lista UNESCO del Patrimonio dell'Umanita'" ha visto la sua prima presentazione a Parigi, nella sede dell'UNESCO, in occasione del 25° anniversario delle prime iscrizioni nella Lista dei siti monumentali e naturali croati. Si e' trattato dei centri storici di Dubrovnik e di Spalato – il primo come quintessenza dello spirito e del potere della Repubblica di Ragusa, il secondo come il formarsi in modo manieristico di una citta' croata fortemente marinara, all'interno e al di fuori del palazzo dell'imperatore romano Diocleziano, e i Laghi di Plitvice come complesso naturale incantevole nella sua unicita'. Crediamo che questa mostra a Roma, nel presentare tutti i siti e i monumenti croati del patrimonio materiale e immateriale inseriti nelle liste dell'UNESCO nel corso dell'ultimo decennio, rivelera' l'energia e la spiritualita' della creativita' croata in tutta la sua diversita', il legame storico con l'ambiente creato e quello preesistente, nella cui dinamica reciproca si e' formata l'individualita' culturale croata. Nel 1991 nella lista dell'UNESCO sono stati iscritti tre monumenti croati. Il centro storico di Trogir, Trau, citta' che nel nome preserva la sua origine ellenica, e che unisce la perfezione delle costruzioni romaniche croate con la grande opera del maestro Radovan, di cui tra molti in modo particolarmente ispirato ha scritto lo storico contemporaneo francese Jacques Le Goff; la cattedrale di S. Giacomo a Sebenico, opera del genio di architettura e di scultura Juraj Dalmatinac i cui 71 ritratti in pietra dei suoi concittadini nelle absidi rimangono tuttora riconoscibili e continuano il loro eterno dialogo con la gente di quell'antica citta' croata. Infine, il complesso episcopale della Basilica Eufrasiana a Parenzo, opera maestra del primo periodo dell'arte cristiana, come esempio di connubio tra il patrimonio ereditato da una parte, e noi, ereditieri croati dall'altra, come fedeli custodi di quel patrimonio. Ben tre fenomeni culturali della nostra isola di Hvar sono stati iscritti nella Lista del Patrimonio dell'Umanita' nel 2009. Il campo di Stari Grad, esempio unico del sistema geometrico nella divisione delle parcelle catastali utilizzato dai Greci ionici dopo aver nel IV secolo a.C. colonizzato l'isola, si e' conservato nella sua forma originaria attraverso 24 secoli e sulle sue parcelle – chore – proprio come nell'antichita' vengono coltivati vigneti e ulivi.

La mostra "Monumenti croati sulla Lista UNESCO del Patrimonio dell'Umanita'" ha visto la sua prima presentazione a Parigi, nella sede dell'UNESCO, in occasione del 25° anniversario delle prime iscrizioni nella Lista dei siti monumentali e naturali croati. Si e' trattato dei centri storici di Dubrovnik e di Spalato – il primo come quintessenza dello spirito e del potere della Repubblica di Ragusa, il secondo come il formarsi in modo manieristico di una citta' croata fortemente marinara, all'interno e al di fuori del palazzo dell'imperatore romano Diocleziano, e i Laghi di Plitvice come complesso naturale incantevole nella sua unicita'. Crediamo che questa mostra a Roma, nel presentare tutti i siti e i monumenti croati del patrimonio materiale e immateriale inseriti nelle liste dell'UNESCO nel corso dell'ultimo decennio, rivelera' l'energia e la spiritualita' della creativita' croata in tutta la sua diversita', il legame storico con l'ambiente creato e quello preesistente, nella cui dinamica reciproca si e' formata l'individualita' culturale croata. Nel 1991 nella lista dell'UNESCO sono stati iscritti tre monumenti croati. Il centro storico di Trogir, Trau, citta' che nel nome preserva la sua origine ellenica, e che unisce la perfezione delle costruzioni romaniche croate con la grande opera del maestro Radovan, di cui tra molti in modo particolarmente ispirato ha scritto lo storico contemporaneo francese Jacques Le Goff; la cattedrale di S. Giacomo a Sebenico, opera del genio di architettura e di scultura Juraj Dalmatinac i cui 71 ritratti in pietra dei suoi concittadini nelle absidi rimangono tuttora riconoscibili e continuano il loro eterno dialogo con la gente di quell'antica citta' croata. Infine, il complesso episcopale della Basilica Eufrasiana a Parenzo, opera maestra del primo periodo dell'arte cristiana, come esempio di connubio tra il patrimonio ereditato da una parte, e noi, ereditieri croati dall'altra, come fedeli custodi di quel patrimonio. Ben tre fenomeni culturali della nostra isola di Hvar sono stati iscritti nella Lista del Patrimonio dell'Umanita' nel 2009. Il campo di Stari Grad, esempio unico del sistema geometrico nella divisione delle parcelle catastali utilizzato dai Greci ionici dopo aver nel IV secolo a.C. colonizzato l'isola, si e' conservato nella sua forma originaria attraverso 24 secoli e sulle sue parcelle – chore – proprio come nell'antichita' vengono coltivati vigneti e ulivi. Nella notte della redenzione e della risurrezione, generazioni di abitanti di Hvar da secoli partecipano alla processione unica al mondo, intitolata "Za Križen", la quale e' stata iscritta nella Lista dell'UNESCO del Patrimonio immateriale dell'Umanita', come anche il pizzo lavorato dalle suore benedittine di Hvar. La preziosa lavorazione dei merletti e' inserita nella Lista dell'UNESCO del Patrimonio immateriale dell'Umanita' in tre localita' in Croazia – oltre che sull'isola di Hvar, sull'isola di Pag nell'Adriatico nord-occidentale e a Lepoglava nella parte continentale nord-occidentale della Croazia. E non e' tutto – nella Lista del patrimonio immateriale la Croazia vanta altri sette fenomeni iscritti, tra i quali il palio cavalleresco "Sinjska Alka" con la tradizione preservata dal XV secolo, e una forma caratteristica vocale chiamata "ojkalica" che tuttoggi e' in uso nell'entroterra della Dalmazia. Visto che si parla del patrimonio croato nell'ambito del patrimonio protetto dell'Umanita', si potrebbe dire che questa mostra si occupa delle radici. In tal caso, e' interessante constatare che nello spazio culturale e storico croato l'antichita' e l'appartenenza alla cultura slava non si escludono, che l'identita' culturale croata si basa anche sulla dinamica dei molteplici influssi culturali europei ai quali lei stessa appartiene. Se anche solo in parte spianera' le strade che portano a riconoscere in tale ottica il patrimonio culturale e storico croato, allora questa mostra avra' raggiunto in pieno il suo obiettivo.

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