MARIN DRŽIC ITA

Prete e organista a Ragusa (Dubrovnik), studente goliardico a Siena, avventuriero a Constantinopoli, canonico a Venezia, cospiratore contro l'oligarchia ragusea e drammaturgo controverso. Marin Držic, soprannominato Vidra (Lontra), nacque a Ragusa (Dubrovnik) nel 1508, in una numerosa famiglia popolana, che perdette la nobilta' per colpa di un avo che fuggi' da Cattaro per paura di prendere la peste. Marin divenne prete gia' a diciotto anni, e nel 1526 venne nominato uno dei due rettori della chiesa di Ognissanti a Ragusa. Nel 1538, a trenta anni, ricevette dal Senato una borsa di studio per specializzarsi in diritto canonico a Siena. Qui fu studente non particolarmente diligente, ma molto popolare tra gli studenti, i quali lo elessero Dirigente della Casa dello Studente e Vicerettore dell'Universita' (ma era Rettore a tutti gli effetti in quanto quest'ultimo non era stato nominato da anni). Avvio' numerosi contatti con alcune compagnie teatrali, acquisendo in poco tempo la fama di organizzatore di „mascherate“ e feste goliardiche. Durante una di queste, svoltasi nella casa di un nobile nei pressi di Siena, Držic interpreto' la parte dell'amante in una „commedia proibita“, forse scritta di suo pugno. Lo spettacolo venne interrotto dalle guardie che arrestano Marin e i suoi amici, per oltraggio alla morale ed al costume. E' difficile immaginare come il suo essere prete si potesse sposare felicemente con la sua indole gaudente e burrascosa: dopo sette anni di vita spensierata, avendo ormai speso i soldi del Senato e soprattutto perso interesse per gli studi, nel 1543 Držic torno' nella natìa Ragusa. Durante questi anni, amante della bella vita, contrasse numerosi debiti tanto da condizionare la sua esistenza alle incursioni dei creditori. Dopo due anni l'incontro a Dubrovnik con il conte Kristof Rogendorf – inviso alla corte di Vienna, passato al servizio della Spagna, e in viaggio per Constantinopoli con l'idea di stabilirsi alla Corte di Sultano – lo spinse a mutare di nuovo i suoi programmi, ed a proporsi come suo cameriere. Tuttavia, giunti in Turchia, il conte trovo' un accordo con la corte di Vienna e torno' a casa. Marin Držic lo segui' a Vienna, ma senza eccessivo entusiasmo, e dopo tre mesi torno' a Dubrovnik. Nel 1546 Rogendorf passo' di nuovo da Dubrovnik e coinvolse Držic nel ruolo del suo interprete per un nuovo viaggio verso Costantinopoli. Ma la situazione si complico' ancora una volta: non avendo Rogendorf ricevuto la posizione desiderata, e sfumata dunque la prospettiva di lauti guadagni, Držic abbandono' il conte e fece ritorno a casa. Si stabili' nuovamente a Dubrovnik, e dal 1548, per ben dieci anni, si dedico' esclusivamente a portare in scena cio' che aveva visto e udito girando per il mondo, non senza suscitare l'indignazione dei personaggi al potere. Le sue piu' famose opere sono „Skup“ („L'Avaro“), il gioco carnevalesco „Novela od Stanca“ („Farsa di Stanac“), „Dundo Maroje“ („Zio Maroje“), la tragedia „Hekuba“ („Hecuba“) e il gioco pastorale „Tirena“. L'idioma di Držic virtuoso e curato, ma soprattutto fecondo, ha dimostrato tutta la ricchezza e tutto il potenziale della lingua croata della prima meta' del Cinquecento. Nel 1567 Marin Držic, a soli 59 anni, fu' colto dall'improvvisa morte a Venezia, dove e' stato sepolto nella chiesa dei SS. Giovanni e Paolo.

Prete e organista a Ragusa (Dubrovnik), studente goliardico a Siena, avventuriero a Constantinopoli, canonico a Venezia, cospiratore contro l'oligarchia ragusea e drammaturgo controverso. Marin Držic, soprannominato Vidra (Lontra), nacque a Ragusa (Dubrovnik) nel 1508, in una numerosa famiglia popolana, che perdette la nobilta' per colpa di un avo che fuggi' da Cattaro per paura di prendere la peste. Marin divenne prete gia' a diciotto anni, e nel 1526 venne nominato uno dei due rettori della chiesa di Ognissanti a Ragusa. Nel 1538, a trenta anni, ricevette dal Senato una borsa di studio per specializzarsi in diritto canonico a Siena. Qui fu studente non particolarmente diligente, ma molto popolare tra gli studenti, i quali lo elessero Dirigente della Casa dello Studente e Vicerettore dell'Universita' (ma era Rettore a tutti gli effetti in quanto quest'ultimo non era stato nominato da anni). Avvio' numerosi contatti con alcune compagnie teatrali, acquisendo in poco tempo la fama di organizzatore di „mascherate“ e feste goliardiche. Durante una di queste, svoltasi nella casa di un nobile nei pressi di Siena, Držic interpreto' la parte dell'amante in una „commedia proibita“, forse scritta di suo pugno. Lo spettacolo venne interrotto dalle guardie che arrestano Marin e i suoi amici, per oltraggio alla morale ed al costume. E' difficile immaginare come il suo essere prete si potesse sposare felicemente con la sua indole gaudente e burrascosa: dopo sette anni di vita spensierata, avendo ormai speso i soldi del Senato e soprattutto perso interesse per gli studi, nel 1543 Držic torno' nella natìa Ragusa. Durante questi anni, amante della bella vita, contrasse numerosi debiti tanto da condizionare la sua esistenza alle incursioni dei creditori. Dopo due anni l'incontro a Dubrovnik con il conte Kristof Rogendorf – inviso alla corte di Vienna, passato al servizio della Spagna, e in viaggio per Constantinopoli con l'idea di stabilirsi alla Corte di Sultano – lo spinse a mutare di nuovo i suoi programmi, ed a proporsi come suo cameriere. Tuttavia, giunti in Turchia, il conte trovo' un accordo con la corte di Vienna e torno' a casa. Marin Držic lo segui' a Vienna, ma senza eccessivo entusiasmo, e dopo tre mesi torno' a Dubrovnik. Nel 1546 Rogendorf passo' di nuovo da Dubrovnik e coinvolse Držic nel ruolo del suo interprete per un nuovo viaggio verso Costantinopoli. Ma la situazione si complico' ancora una volta: non avendo Rogendorf ricevuto la posizione desiderata, e sfumata dunque la prospettiva di lauti guadagni, Držic abbandono' il conte e fece ritorno a casa. Si stabili' nuovamente a Dubrovnik, e dal 1548, per ben dieci anni, si dedico' esclusivamente a portare in scena cio' che aveva visto e udito girando per il mondo, non senza suscitare l'indignazione dei personaggi al potere. Le sue piu' famose opere sono „Skup“ („L'Avaro“), il gioco carnevalesco „Novela od Stanca“ („Farsa di Stanac“), „Dundo Maroje“ („Zio Maroje“), la tragedia „Hekuba“ („Hecuba“) e il gioco pastorale „Tirena“. L'idioma di Držic virtuoso e curato, ma soprattutto fecondo, ha dimostrato tutta la ricchezza e tutto il potenziale della lingua croata della prima meta' del Cinquecento. Nel 1567 Marin Držic, a soli 59 anni, fu' colto dall'improvvisa morte a Venezia, dove e' stato sepolto nella chiesa dei SS. Giovanni e Paolo.

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