EXAT 51 E NUOVE TENDENZE

Nella sala multifunzionale dell'Ambasciata della Repubblica di Croazia a Roma, il 29 maggio, in occasione della celebrazione della Festa delle Forze Armate della Repubblica di Croazia, e' stata inaugurata la mostra delle opere eseguite da artisti che hanno lavorato a Zagabria nell'ambito dei movimenti noti come EXAT-51 (dal 1950 al 1956) e NUOVE TENDENZE (dal 1961 al 1973). Si tratta dei movimenti che hanno coinvolto architetti, storici dell'arte, designers, critici d'arte, accomunati dalle stesse idee sulla natura del proprio ruolo nella cultura plastico-spaziale dell'ambiente. All'Ambasciata croata a Roma, nell'ambito della mostra che illustra quanto negli anni sessanta e settanta dello scorso secolo l'arte in Croazia e in Italia sia stata caratterizzata dalla convergenza nelle scelte sia visive che ideali, sono state esposte le grafiche di autori come Ivan Picelj, Juraj Dobrovic, Boris Bucan, Aleksandar Srnec, Eduardo Landi, Getulio Alviani, Alberto Biasi, Giuseppe Capogrossi, Lucio del Pezzo, ma anche di Viktor Vasarelly, artista francese di origini ungheresi, uno dei piu' influenti del XX secolo.

Nella sala multifunzionale dell'Ambasciata della Repubblica di Croazia a Roma, il 29 maggio, in occasione della celebrazione della Festa delle Forze Armate della Repubblica di Croazia, e' stata inaugurata la mostra delle opere eseguite da artisti che hanno lavorato a Zagabria nell'ambito dei movimenti noti come EXAT-51 (dal 1950 al 1956) e NUOVE TENDENZE (dal 1961 al 1973). Si tratta dei movimenti che hanno coinvolto architetti, storici dell'arte, designers, critici d'arte, accomunati dalle stesse idee sulla natura del proprio ruolo nella cultura plastico-spaziale dell'ambiente. All'Ambasciata croata a Roma, nell'ambito della mostra che illustra quanto negli anni sessanta e settanta dello scorso secolo l'arte in Croazia e in Italia sia stata caratterizzata dalla convergenza nelle scelte sia visive che ideali, sono state esposte le grafiche di autori come Ivan Picelj, Juraj Dobrovic, Boris Bucan, Aleksandar Srnec, Eduardo Landi, Getulio Alviani, Alberto Biasi, Giuseppe Capogrossi, Lucio del Pezzo, ma anche di Viktor Vasarelly, artista francese di origini ungheresi, uno dei piu' influenti del XX secolo. A tutti loro era comune la tendenza all'adozione del concetto dell'arte di approccio costruttivo, nel quale l'opera pittorica diviene segno o simbolo. Le caratteristiche dell'arte quale sistema dei segni, parla del generale stato spirituale di quell'epoca pregna di ottimismo, epoca di grande agilita', di costante movimento, di fiducia nel nuovo, della convinzione che l'obiettivo di tutte le fatiche sia contenuto nella protrazione verso il futuro, mentre tutto cio' puo' essere raggiunto dall'azione, dal lavoro, dall'innalzamento del livello culturale, non solo quello spirituale, ma anche della cultura dell'ambiente, la cultura del plasmare gli oggetti, la cultura della diffusione e dell'apprendimento di informazioni, dell'apertura verso ambienti diversi, del relazionarsi con l'Europa e con il mondo, in una parola - la cultura dello scambio su tutti i piani dell'esistenza sociale. Anche questa mostra e' la prova che, nelle circostanze dei diversi sistemi politici ed ideologici nei nostri paesi, si siano creati rilevanti circuiti artistici i quali, senza nascondere la loro specifica provenienza d'origine, hanno superato i confini di quei sistemi, inserendosi cosi' nel comune fondo dei raggiungimenti artistici europei. Il pubblico italiano ha gia' avuto occasione di conoscere alcuni degli artisti croati cui le opere sono state esposte all'Ambasciata a Roma, in occasione del Biennale di Venezia, nell'ambito del quale alla mostra internazionale „La Grafica oggi“ nel 1972 con le loro opere hanno partecipato Ivan Picelj e Miroslav šutej. Nella galleria croata FORUM, in collaborazione con la quale e' stata organizzata la mostra nella sala multifunzionale dell'Ambasciata croata a Roma, negli ultimi anni esponevano le loro opere Getulio Alviani e Achille Perilli.

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