Papa Benedetto XVI ha presieduto la Santa Messa di suffragio nel terzo anniversario della scomparsa di Giovanni Paolo II in Piazza di San Pietro. Hanno preso parte alla Santa Messa cardinali, vescovi, sacerdoti, Corpo diplomatico e migliaia di fedeli venuti da tutto il mondo. Dall'Ambasciata della Repubblica di Croazia presso la Santa Sede sono stati presenti l'Ambasciatore Marin con la consorte e il Consigliere Signora Grdinic.
Nell'omelia il papa Benedetto XVI ha ricordato quella sera del 2 aprile di tre anni fa, quando ai fedeli radunati in preghiera sulla Piazza San Pietro e stata data la notizia della morte di Giovanni Paolo II. Il Santo Padre ha detto che la Basilica Vaticana e la Piazza in quel momento e diversi giorni successivi, sono state davvero il cuore del mondo. Il Papa ha aggiunto che, secondo la testimonianza di chi gli era vicino, le ultime parole di Giovanni Paolo II sono state: „Lasciate che vada al Padre“. Ha sottolineato che tutta la vita di suo stimato predecessore e in particolar modo il suo pontificato possono essere letti nel segno di Cristo Risorto, in cui Giovanni Paolo II nutriva una fede straordinaria. Le parole dell'angelo della risurrezione „Non abbiate paura, voi!“, rivolte alle donne davanti al sepolcro vuoto di Gesu, sono diventate una specie di motto sulle labbra del Papa Giovanni Paolo II sin dall'inizio del suo pontificato. Ha ricordato anche la vita di Karol Wojtyla, durante la quale ha conosciuto e vissuto personalmente le orribili tragedie del XX secolo, che l'ha portato alla conoscenza che unicamente la misericordia di Dio può sconfiggere il male, la prepotenza dei malvagi e il potere distruttivo dell'egoismo e dell'odio, il che ha confermato con le parole durante la sua ultima visita in Polonia, dicendo: “Non c'e altra fonte di speranza per l'uomo che la misericordia di Dio“. Benedetto XVI ha detto che Giovanni Paolo II ha avuto le „qualita sovraumane“ e ha concluso con le parole “lo preghiamo di continuare a intercedere dal Cielo per ciascuno di noi “, esprimendo così la sua convinzione della santita di Karol Wojtyla.
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