Croazia e Italia, nello spirito europeo e dei rapporti di buon vicinato, istituiranno a breve le rispettive Zone economiche esclusive (Zee) rendendo l’Adriatico sempre più un mare che unisce. E’ quanto afferma il ministro degli Esteri croato, Gordan Grlic-Radman, in un’intervista concessa ad “Agenzia Nova” prima della riunione trilaterale dei capi delle diplomazie di Italia, Croazia e Slovenia in programma domani a Trieste. “Per tale questione non occorre cercare la soluzione, perché essa si propone da sola: istituendo le Zone economiche da entrambi i lati dell’Adriatico avremo una base più solida per la futura collaborazione”, dichiara Grlic-Radman dicendosi “contento” di incontrare già questo sabato a Trieste i ministri degli Esteri italiano e sloveno, Luigi Di Maio e Anze Logar, “per parlare dell’importanza di agire in modo coordinato con l’obiettivo della protezione ecologica dell’Adriatico e della gestione dell’economia blu”. “In questa occasione – annuncia il ministro - adotteremo una dichiarazione trilaterale relativa alla creazione delle Zone economiche esclusive della Repubblica di Croazia e della Repubblica Italiana e confermeremo di essere pronti a rafforzare la collaborazione di cui andremo a parlare in particolare a gennaio del 2021. L’Adriatico merita di essere protetto dai paesi terzi e, da Mare dell’Unione, di essere la base per una collaborazione ancor più stretta sia in campo ittico sia di protezione dell’ambiente marittimo”.
“La Croazia – ricorda il ministro - dal 2003 ha istituito la Zona di protezione ittica e ambientale nella zona che dopo l’istituzione diventerà la Zona economica esclusiva. Assieme alla Zona economica esclusiva italiana, andremo a proteggere il Mare Adriatico e le due Zone economiche esclusive diventeranno un ‘mare dell’Ue’ che getterà le basi ancora più forti per la protezione e la collaborazione, anche attraverso ulteriore implementazione della Politica ittica comune dell’Ue”. Il ministro Grlic-Radman evidenzia che “la decisione presa in questo momento è il risultato di una collaborazione durata anni e del continuo dialogo riguardo alla protezione, preservazione ed economia sostenibile delle ricchezze naturali del Mar Adriatico tra la Croazia, l’Italia e la Slovenia, come anche altri Paesi vicini dell’Adriatico, nonché delle consultazioni con tutti gli attori interessati e con l’Unione europea. Siamo davanti ai negoziati per la demarcazione che saranno svolti nello spirito dei rapporti di buon vicinato”, assicura il ministro degli Esteri croato, secondo cui la riunione trilaterale di domani a Trieste potrebbe aiutare a sbloccare anche l’annoso contenzioso sui confini marittimi nell’Adriatico settentrionale tra Zagabria e Lubiana. “La Croazia crede fermamente che la soluzione del contenzioso sulla frontiera con la Slovenia sia possibile da raggiungere tramite un accordo diretto e da quando esiste il contenzioso lo stiamo ribadendo come la migliore soluzione. Anche se le due questioni non sono direttamente collegate, spero che l’accordo tra la Croazia e l’Italia sulla demarcazione delle zone economiche esclusive potrebbe essere un buon esempio e influenzare positivamente l’accordo di demarcazione della frontiera tra la Croazia e la Slovenia”.
Il capo della diplomazia croata sottolinea poi l’importanza della riunione con l’omologo italiano Di Maio svoltasi a fine novembre nel quadro del comitato interministeriale Italia-Croazia. “L’Italia rappresenta per la Croazia uno dei partner più importanti. Proprio per questo motivo abbiamo fondato insieme il Comitato di coordinamento dei ministri di Croazia e di Italia come cornice nella quale periodicamente possiamo stabilire i campi di interesse reciproco e dove i ministri del settore hanno la possibilità di concordare direttamente progetti in comune nonché le linee guida per la collaborazione nel prossimo futuro”, dichiara Grlic-Radman, precisando che lui e Di Maio hanno preso parte alla riunione di fine novembre in presenza a Zagabria, mentre i sottosegretari responsabili di Interno, Economia, Ambiente, Salute, Turismo, Cultura, Agricoltura, Trasporti e Infrastrutture hanno partecipato ai lavori in videoconferenza a causa delle restrizioni per il Covid-19.
“Vorrei sottolineare l’importanza che rappresenta il Mar Adriatico per la nostra collaborazione, in tal senso, come ben sa, abbiamo parlato di dichiarazione delle Zone economiche esclusive da entrambe le sponde dell’Adriatico”, dichiara Grlic-Radman rimarcando che nell’incontro bilaterale con Di Maio “abbiamo dedicato una particolare attenzione al nostro Mar Adriatico che condividiamo e che ci unisce”, per cui “nella consapevolezza della necessità di proteggere l’Adriatico e la sua economia sostenibile, abbiamo parlato di istituzione coordinata delle zone economiche esclusive da entrambi i lati dell’Adriatico”. “Apprezziamo inoltre – prosegue - il forte supporto che l’Italia sta dando alla nostra adesione allo spazio di Schengen, come anche all’ingresso nell’Eurozona e nell’Ocse. Abbiamo sottolineato l’importanza che diamo alle minoranze etniche in entrambi i Paesi, si è parlato anche dei temi relativi all’Europa sud orientale e del vicinato sud”, afferma il ministro che spiega poi il senso della dichiarazione congiunta Italia-Croazia firmata il 30 novembre scorso: “Comprende le principali linee guida di collaborazione nei campi che ho appena elencato. Siamo particolarmente contenti che l’incontro si è tenuto malgrado questi tempi difficili aprendo così la porta ad un ulteriore collegamento tra i nostri due Paesi”.
Il ministro degli Esteri di Zagabria risponde infine ad una domanda sulla gestione del fenomeno migratorio nell’Ue. “Da Stato Membro con la frontiera terrestre esterna più lunga, la Croazia accoglie la proposta del Patto sulla migrazione e sull’asilo ed è molto interessata alla sua sostenibilità e fattibilità”, afferma. “Percepiamo l’equilibrio tra la solidarietà e la responsabilità come cruciale. Non c’è dubbio che la Riforma di Dublino sia necessaria. L’Unione Europea sta affrontando negli ultimi anni i flussi misti e il problema maggiore è come differenziare i rifugiati dai migranti economici. La questione principale è se trovare soluzioni comuni per evitare il cattivo uso del sistema internazionale di protezione. Se non introduciamo procedure simultanee, veloci ed efficienti, c’è la possibilità che si crei un ulteriore fattore di attrazione per la migrazione clandestina, che risulterebbe in ulteriore pressione migratoria sulle frontiere degli Stati Membri e nella creazione di ulteriori centri di accoglienza sulle frontiere esterne dell’Ue”, conclude Grlic-Radman.